Arancia Staccia di Tursi e Montalbano

Il nome dell’arancia staccia deriva da una pietra tondeggiante e schiacciata alle estremità, che ricorda il frutto in questione, utilizzata per il gioco della staccia, simile alle boccie.

Come altri antichi prodotti, anche l’arancia staccia, ha rischiato di scomparire, per scampare a questo rischio nel 2007 è stato creato il Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dell’Arancia Staccia di Tursi e Montalbano Jonico. L’obiettivo del consorzio è quello di ottenere la denominazione di origine protetta per il prodotto.

Generalmente il periodo di maturazione dell’arancia staccia va da marzo ad agosto. Si ha inoltre una discreta variabilità di grandezza e peso riguardo ai frutti, si può però asserire che le dimensioni medie di questa specie sono superiori a molte altre, la staccia può raggiungere anche un kg di peso.

A causa delle grandi dimensioni, non è semplice coltivare e vendere il prodotto, ed è proprio questo uno dei principali motivi per cui questo particolare frutto ha rischiato di scomparire per sempre.

Il Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dell’Arancia Staccia ha fissato delle norme al fine di riconoscere e tipicizzare l’arancia tipica, contribuendo così anche alla valorizzazione delle specificità distinguibili nelle diverse zone di produzione, ovviamente concentrate nei dintorni di Tursi e Montalbano.

La prima norma riguarda la quantità massima di raccolto in un singolo ettaro di terreno ed ha lo scopo di disciplinare la produzione. Il consorzio ha deciso che è possibile produrre cinquecento quintali di arancia staccia per ettaro di terreno.

Le ulteriori norme riguardano le caratteristiche che deve avere il frutto per essere commercializzabile, si riferiscono principalmente alle dimensioni, alla forma, al colore ed alle concentrazioni di acidi e zuccheri presenti al suo interno.